
Gianluca Frezza è un pugile con una lunga carriera alle spalle e una passione che non si è mai spenta. Anche a 45 anni continua ad allenarsi quasi ogni giorno e non ha mai smesso di vivere il ring come parte di sé. In questa intervista ci racconta come è nato il suo amore per la boxe, i momenti più importanti della sua carriera e cosa rappresenta per lui questo sport.
MS: Come si è avvicinato alla boxe e cosa l’ha colpita fin da subito?
GF: Ho iniziato a interessarmi alla boxe guardando Mike Tyson combattere di notte. Rimanevo sveglio apposta per vederlo. Mi colpivano la sua forza e la sua determinazione. Da lì ho capito che questo era uno sport che mi emozionava davvero.
MS: C’è un momento della sua carriera che ricorda con più emozione?
GF: Il primo match da professionista. Combattere con all’angolo Giacobbe Fragomeni, che era per me un esempio, è stato emozionante. Era a Reggio Calabria e l’atmosfera era speciale. È uno dei ricordi più belli che ho.
MS: Qual è stato l’incontro più difficile che ha affrontato?
GF: Sicuramente contro Charles Manyuchi, per il titolo internazionale WBC. Era un avversario molto difficile, aveva le braccia lunghissime ed era complicato avvicinarlo. Un match duro, sia fisicamente che mentalmente.
MS: La boxe ha influenzato anche la sua vita fuori dal ring?
GF: Assolutamente sì. Mi ha insegnato a non arrendermi mai. Se vuoi qualcosa, devi lottare per ottenerla. Questo mi è rimasto anche nella vita di tutti i giorni.
MS: Che rapporto ha oggi con questo sport?
GF: Anche se ho 45 anni, mi sento ancora in forma e continuo ad allenarmi sei giorni su sette. La boxe fa parte di me. È più di uno sport, è il mio modo di vivere.
MS: Cosa può insegnare la boxe a un giovane che comincia?
GF: Insegna soprattutto la disciplina. Impari a rispettare gli orari, a impegnarti, a non mollare. Sono valori che servono anche fuori dalla palestra.
MS: Quanto conta la mente nella preparazione di un pugile?
GF: Conta tantissimo. Puoi essere allenato fisicamente al massimo, ma se non hai la testa non vai da nessuna parte. La mente fa la differenza.
MS: Com’è cambiata la boxe rispetto a quando combatteva lei?
GF: Prima in Italia c’erano più incontri, più attività. Oggi è più difficile per i giovani emergere. Sarebbe bello vedere di nuovo più eventi e più possibilità per chi inizia.
MS: Che consiglio darebbe a chi sogna di diventare professionista?
GF: Di credere sempre in se stessi e di lavorare tanto. Serve impegno, costanza e voglia di migliorarsi ogni giorno. I risultati arrivano, ma con sacrificio.
MS: In settimana ci ha lasciato, Nino Benvenuti. Che ricordo ha di lui?
GF: Un grande sportivo e una persona davvero umile. Ha rappresentato tanto per la boxe italiana. Lo ricorderò sempre con grande stima e rispetto.
In foto 📷 Nino Benvenuti con Gianluca Frezza